La vecchia fabbrica abbandonata si riempie di colori; esploriamo l’ex Zincaturificio Bolognese

Quando l’archeologia industriale si sposa con la street art, il risultato che ne consegue può essere molto interessante e proprio questo è stato il motivo che mi ha spinto due anni fa, in una torrida giornata di fine luglio, a visitare l’Ex Zincaturificio Bolognese. Ma per capire di cosa stiamo parlando bisogna fare una premessa e tornare alla primavera del 2016 quando a Bologna fu allestita nelle sale di Palazzo Pepoli la mostra dal titolo “Street Art. Banksy & company. L’arte allo stato urbano”. In questa mostra, una delle prime in assoluto sulla street art, sono stati riuniti alcuni fra i più significativi murales staccati dai muri di Bologna e di altre città e musealizzati nelle sale di Palazzo Pepoli per esporli al pubblico dietro pagamento di un biglietto d’ingresso. Questa operazione, questo tentativo di incanalare la street art all’interno dei circuiti dell’arte ufficiale, provocò però una reazione indignata da parte di molti street artists e writers i quali sostenevano che la loro arte nasce in strada e lì deve rimanere. Sottolineavano inoltre come la street art è per sua natura effimera, è destinata a scomparire nel tempo e quindi portarla all’interno di un museo avrebbe significato snaturarla completamente. Altro motivo di contestazione era il fatto che la street art è rivolta a tutti indistintamente e non può essere mercificata dietro pagamento di un biglietto. Alcuni street artists, fra i quali Blu, reagirono cancellando dai muri di Bologna tutte le loro opera mentre altri artisti, riunitisi in gruppo di lavoro, decisero di rispondere alla mostra di Palazzo Pepoli allestendo una mostra alternativa. Riempirono con le loro opere i muri di una vecchia fabbrica abbandonata e la aprirono al pubblico per dare alla gente la possibilità di vedere vera street art, in modo del tutto gratuito. La fabbrica abbandonata scelta per questa mostra alternativa è stata proprio l’Ex Zincaturificio Bolognese, al quale si riferiscono le immagini che seguono.
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