Mina - Nuda (1976)

2 note: “Nuda“ di Don Backy. Arrangiamento/direzione d’orchestra: Pino Presti. George Aghedo (vocal effects, congas) Pino Presti (Fender Jazz bass, piano, marimba) Massimo Luca (electric guitar) Ellade Bandini (drums). Massima posizione in Hit Parade : #6. Classifica singoli più venduti del 1977 : #37. Oltre che come singolo (abbinato a “Colpa mia“), il brano è presente anche negli album “Singolare“ (1976), “Platinum Collection 2“ (2006), “Platinum Collection 3.0“ (2015). Dai ricordi di Don Backy: “ Sollecitato da un ragazzo che mi aveva complimentato per la bontà dei testi di due mie canzoni - segnatamente, Nuda e Sognando, incise dalla grande Mina - una ridda di ricordi si è affollata alla mia mente, concernenti l’iter rocambolesco della loro nascita e il destino che le portò verso la Tigre di Cremona, la quale mi aveva telefonato dicendosi certa di aver ’visto’ - in un qualche mio cassetto - una canzone adatta per lei. Mi misi quindi a scartabellare nel mio contenitore dei ’sogni’ (dove tengo le canzoni), ma - adesso - tutte quelle liriche che vi si trovavano - e che fino ad allora mi erano parse bellissime - improvvisamente perdevano il loro fascino. Anzi, più me le canticchiavo cercando di avvicinarle alla personalità della cantante e più queste finivano per non sembrarmi adatte. La notte non chiusi occhio e al mattino - di buon’ora - ero già nel mio studio con la chitarra in mano, a cercare una qualche ispirazione che mi consentisse di creare una canzone all’altezza, che non mi facesse perdere l’occasione. Niente da fare. Dalla chitarra uscivano melodie mediocri, che si accompagnavano a concetti banali e retorici, da mestierante. Canzoncine ’sullo stile di...’ , improponibili. La paura di dover cedere le armi e ammettere di non essere in grado di farcela, mi passò una notte tornando da un concerto. Niente strumenti sui quali strimpellare, solo un nastro d’asfalto che scorreva veloce e un cielo stellato sopra di me. Pensai a Mina. Chi diamine era quella signora? Cosa si conosceva ’veramente’ di lei? Eppure tutti pensavano di saperne, per aver letto - o sentito - quel che si diceva e della sua vita da ’rifugiata’. Ecco, decisi che avrei scattato una ’fotografia’ alla grande artista. Una fotografia che - come tutte le fotografie - avrebbe mostrato solamente il corpo del soggetto, non la sua anima. E fu così che nel buio dell’abitacolo, presi a sciorinare versi, che mi parvero fossero già pronti nella mia testa e aspettassero solo l’occasione per uscire. Sui miei soliti fogliettacci - poggiati sulla parte centrale e piatta del volante - presi a scriverli man mano che scaturivano dalla mia testa, con la penna che vergava alla cieca, seguendo una melodia, che - per non essere dimenticata - dovette necessariamente essere ripetitiva. Una volta a casa, diedi un’occhiata a quell’informe ammasso di foglietti - nonché a quanto ci avevo confusamente scritto - dopo aver decrittato quei caratteri sghembi e incomprensibili - e salvai tutto sul mio registratorino, dopodiché - molto soddisfatto di ciò che era nato - me ne andai finalmente a letto rilassato. Il giorno successivo, telefonai a Mina per dirle di quanto lei avesse ’visto’ giusto, dal momento che - tra le mie tante canzoni - ne era saltata fuori una che ’sembrava proprio scritta apposta per lei’. Mi chiese di recarmi al più presto a Milano, per farle un provino del brano, che - per inciso - avevo intitolato, Nuda. Così feci“ Copertina disegno di Gianni Ronco elaborazione Koko Pizarro
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